Prefazione

 di Alexandra Fronduti

All’inizio sono stralci di vita comune, fotografie di una perfetta normalità. Quando i fili delle storie si intrecciano e la trama prende corpo, ecco che emergono prepotenti i caratteri di Lorenza, appassionata paladina degli ultimi, di Laura madre prima di tutto di cuore, di Francesca ragazza su cui sono visibili le ferite di un’infanzia tradita, di Benedetta ritrovata se stessa e la propria libertà di scegliere è alla ricerca di nuove passioni, hobbies che le possano fare iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

Accanto alla forza con cui si impongono sulla pagina le personalità dei personaggi femminili a tutto tondo, c’è poi il contrappunto di figure quali Domenico, Edoardo e soprattutto Alberto che sembrano fino alla fine mimetizzarsi e, in modo camaleontico, apparire e scomparire dalla scena.

Fanno capolino qui e là anche due ragazzi, un adolescente e un bambino che, da poco affacciatesi al mistero della vita, tentano di sondarne i fondali, con quel pizzico di ingenuità e curiosità che è tipico dell’età giovanile. Generazioni a confronto, modelli e stili di vita culturalmente e socialmente antitetici si confrontano in un duello verbale che non vede né vincitori né vinti, dal quale emergono tra le piaghe delle parole tutte le contraddizioni dell’animo umano.

 Un’occasione li vede casualmente uno di fronte all’altro, tutti attorno ad un tavolo o meglio sulla scena della vita, ognuno con le proprie debolezze e le piaghe che l’esistenza a impone sempre a ciascuno, fragili eppure determinati a muovere pirandellianamente il proprio pupo.

Accanto alle storie dei pupi ecco che con la leggerezza emergono una dopo l’altra le tematiche dei diritti civili calpestati e di quelli violati dalle donne e dei fanciulli e si scopre tutta la fragilità di un’umanità che in nome del dio denaro mette in campo l’antica logica dell’homo hominis lupus.

Tutti appaiono abili a simulare e dissimulare finché non cade il velo di Maya e, messi a nudo, i personaggi, uno dopo l’altro, svelano istrionicamente se stessi e quel groviglio di contraddizioni, fierezze e paure che si celano nel cuore di ogni uomo.

Il romanzo prende corpo, insomma, a poco a poco, finché, con un colpo di teatro tutto diventa chiaro al lettore ed allora che, in un crescendo finale, si scopre ciò che la bassa marea ha lasciato sulla spiaggia, gusci vuoti di una vita che fu…