COLLANA: POESIA
Autore: Sebastiano Impalà
Copertina: Studio Maurizio Vetri
Formato: 15x21 cm - brossura - 80 pagine
Prima edizione: Settembre 2016
isbn 978-88-99782-09-2
Prezzo di copertina: Euro 12,00
Presentazione
Premi per silloge ”Normanni e visi d’arabi”
- Menzione d’onore per libro “Normanni e visi d’arabi” IV Ragunanza di poesia Roma 2017
- Terzo posto al Premio Navarro dei Lions Club per libro edito
- “Normanni e visi d’arabi- Sambuca di Sicilia (Ag) -2017
- Menzione d’onore per silloge ”Normanni e visi d’arabi”
- Premio L’anfora di Calliope- Erice(TP) 2017
Premi per poesie contenute nella silloge” Normanni e visi d’arabi”
- Vincitore assoluto al Premio “Arthur Rimbaud” di Morano Calabro (Cs) -2015 con la poesia” Suoni siciliani”
- Vincitore assoluto al Premio “ I tuoi occhi senza di me” di S. Maria Capua Vetere 2017 con la poesia “Sarajevo, mon amour”
- Vincitore premio “ AmoRoma” con la poesia “Ci sono giorni” Roma 2017
- -Vincitore assoluto con la poesia” Striscia di Gaza”. Concorso BombaGiù - Parigi 2017
- Secondo posto al Premio “Memorial Guerrino Cittadino” Rende (Cs) 2014 con la poesia “Lampedusa”
- Secondo posto al Premio” Generazione Alfa” Sondrio 2014 con la poesia “Rimembranze etiche”
- Terzo classificato al Premio “Amalia Vilotta” Montalto Uffugo (Cs) 2016 con la poesia “Lampedusa”
- Terzo classificato al Premio “John Keats”si Morano Calabro( Cs) -2015 con la poesia “Coralli”
- Menzione d’onore per la poesia “Luna” alla IV Ragunanza di poesia Cristina di Svezia- Roma 2017
- Quinto posto al Primo concorso Novella Torregiani con la poesia “L’inquieto sonno” Porto Recanati(Mc)- 2017
Leggere questa raccolta del poeta Impalà significa indossare lo sguardo di un viaggiatore e farsi trascinare lungo le irte strade dell’inconscio, perchè il viaggio e il poeta sono un unicum indivisibile.
Ricorrono nei suoi versi immagini di sandali spellati e scarpe bagnate, parole come tragitto, tram e vagoni di treno, forte è l’anelito di ricongiungimento alla sua terra, spesso paragonata a una donna dai seni abbondanti, emblema di fecondità, nutrimento e accoglienza.
Ho riconosciuto nei suoi versi la sindrome del tutto e nulla, tipico di chi a lungo ha vissuto altrove, immergendosi nel tutto della nuova terra, stringendo tra le mani il nulla nell’atrio immacolato del rimpianto.
Una costante della sua poetica è l’amore per la sua terra a cui dedica l’ultimo pensiero prima del sonno, ma anche la ricerca del nuovo “sarò uccello dalle ali bianche in cerca di ristoro sulle fresche colline del tuo viso” e di ciò che è già stato “ti cerco e ti trovo amore perduto nel duodeno del mondo”.
Ovunque rimbalzano le note di quel pentagramma del vigore siciliano, l’orgoglio di appartenere all’isola che diede i natali a tanti illustri scrittori, (vedasi Scrittore sicano dedicato a Sciascia, o anche il componimento Luce sullo stretto),ma è in Fui che riconosco l’uomo e il fratello con cui il mio Salento condivide storia e civiltà: Fui greco e saraceno, arabo e normanno, francese nella testa, spagnolo nell’inganno...
L’amore per la letteratura, intriso di riferimenti mitologici e desideri onirici, abita ogni verso del Nostro, forse per i più è evidente nelle liriche dedicate a Doris Lessing, a Neruda, a Cleopatra, alla Merini, io invece lo colgo nei dettagli; nel suo interrogarsi sul mare che conduce a solitudini remote
ho visto Ulisse e le sirene, in Lampedusa scorgo il pianto delle madri e il museo dei migranti sommersi e la diatriba tra ricerca della verità e risposte impossibili si fa incalzante... “e noi che respiriamo l’assoluto invano cercheremo una risposta nei versi di poeti trasandati”
Egli sembra affidare un compito al poeta quando scrive: Salgo colli infiniti dove stanno i poeti che con cetre spezzate armonizzano il mondo... e non conta se ci si arriva seguendo le impronte dei grandi o percorrendo le vie del pensiero divergente: “e mi conosco, otticamente tuo, io chirurgo di idee traverse”(in Cleopatra), ciò che conta, malgrado le guerre e le calamità del nostro tempo, è credere che la Poesia possa riconciliarci con la nostra umanità perduta, ricreare armonia e tramandare ai posteri istanti di bellezza.
Claudia Piccinno
Attualmente vive e lavora a Reggio Calabria con la moglie e la figlia adolescente.
Poeta, aforista, scrittore e critico letterario ha iniziato a scrivere da bambino e, ancora adolescente, ha pubblicato le prime poesie in alcuni quaderni culturali locali.
Si considera un fotografo che, con i suoi personalissimi obiettivi, riesce a tradurre le immagini in poesie, racconti e aforismi.
Ha ottenuto riconoscimenti letterari in quasi tutte le manifestazioni e concorsi a cui ha partecipato fra cui il primo posto assoluto al concorso “Arthur Rimbaud” di Morano Calabro ed è presente in decine di antologie.
Convinto che la poesia sia la quintessenza della vita, continua a scrivere affinché non venga considerata un prodotto di nicchia nel panorama della letteratura.
La sua prima silloge è “Ossigeno e pensieri”.
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