Presentazione

 

Acqua e aria

Terra e fuoco

Carne e sangue

I versi di Valentina sono... cuore pulsante, respiro profondo... intense riflessioni di una mente di donna, di madre, di fanciulla.

Se ne avverte quasi l’odore... il sapore... l’abbraccio.

Istinto animale e amore che seduce.

Poesie colme di “sentire” dove “amore” è “perdersi” nell’altrui mare.

Mauro Barbiero

Non è facile scrivere una prefazione per un libro di poesie. Difficile, soprattutto, se non ne hai mai scritto una. Si corre il rischio di essere troppo lirici, stucchevoli.

Ci vuole prudenza. Mi torna in mente il pensiero di Pessoa quando sosteneva che la prefazione di un libro è solo la mente di chi lo legge.

E’ un tempo difficile. Paura e solitudine assediano l’uomo.

In questo stesso tempo cresce in tanti la necessità di cercare profondità e autenticità.

Qualcosa che ci faccia percorrere la strada al contrario abbandonando la confusione.

Ristabilire una comunicazione autentica tra se stessi, gli uomini e le cose.

Questo strumento è la poesia.

Senza la pretesa di essere cambiamento, ma mezzo che ci fa riflettere, emozionare, meditare.

E’ tempo di isolamento e contatti virtuali.

Valentina l’ho conosciuta, se mi è concesso il termine, in uno dei tanti gruppi di poesia presenti sui social.

Ho iniziato a leggere le sue “timide” pubblicazioni e, da subito, sono rimasto affascinato da quel fluire di parole.

Come acqua che scorre. Ora piano, al disgelo della parola, per scorrere più veloce, mutando il corso delle emozioni di chi legge.

“Alle cose non dette” si divide di due tempi di composizione.

Tempi divisi da molti anni in cui Valentina sembra crescere linguisticamente. Un viaggio poetico attraverso le diverse fasi della sua vita dove emerge una rara capacità di osservare il mondo.

La poesia è dialogare con quelle parti nascoste, buie, dentro ciascuno di noi. Diventa un viaggio nel segreto. A volte anche dolorosa liberazione.

Chi scrive poesie lo sa e lo sa anche Valentina.

Si respira a volte un’assenza “...le tue dita invece – altrove – fumano il solito sigaro”, mentre si cercano dita che disegnino contorni.

Alle parole taciute, “...Alle cose non dette chiedo scusa” la volontà di perdonare se stessa.

Un moto continuo dell’anima che spinge l’autrice a tirare fuori quell’io narrante.

Di un un corpo che ama “...senza menzogna...”.

Del dolore di un cuore che ha amato e che è stato calpestato, ingannato.

Le disillusioni “...semidistesa – su un giaciglio di bugie – sradico promesse – che sul collo ti sussurrai...”.

Di rinascita “...Nuda e materna – grembo sempre aperto – terra che si rigenera – con il tuo frutto”.

Lasciando spazio ora all’ironia attraverso la nostalgia dei colori spariti per anni di bucato. “Maledetto Dixan”!, oppure a velato erotismo “...cerco un nuovo centro – apro le mie gambe – vive e pulsanti – alla nuova cometa – che illumina la mia pelle....”.

Dentro le pagine di “Alle cose non dette” sono custodite inquietudini e malinconie.

Sentimenti forti e i sogni mai spezzati di una donna che rimette insieme i tanti frammenti del suo tempo.

 

Sergio Trapani Poeta

Valentina Sessa nasce a Firenze nel 1974.