COLLANA POESIA
Autore: Giovanni Lo Giudice
Illustrazione di copertina: Studio Maurizio Vetri
Formato: 15x21 cm brossura 88 pagine
Prima edizione: ottobre 2023
ISBN 979-12-81306-13-4
Prezzo di copertina: Euro 13,00
Prefazione
“Avevo cent’anni, cento libbre di vento, un viaggio interrotto e un motore già stanco”...
Quante volte nell’arco della vita abbiamo avuto cent’anni? Quante volte abbiamo visto il nostro viso riempirsi di rughe, i nostri capelli imbrattarsi di bianco, la nostra schiena piegarsi alla noia e il nostro sorriso spegnersi in una smorfia di dolore?
Quante volte abbiamo evitato di guardare i nostri cent’anni riflessi nello specchio?
Quante volte ci siamo stancamente ritrovati coi nostri cent’anni su un divano davanti a quel maledetto scatolone a divorare la falsità del mondo, dimenticando quanta vita c’è là fuori e tutto intorno... e soprattutto dentro di noi?
Poi è bastato un minuto, solo un minuto per ritrovarci nella piazza e specchiarci davanti a una vetrina. Solo un minuto per rivedere il nostro viso con le sembianze di quella prima volta in cui scoprimmo di sapere amare e di saper volare.
Già, non bisogna aver cent’anni per imparare a volare.. la lezione di volo può durare appena un minuto..
Solo un minuto per accorgerci che non servono “scatoloni digitali” per respirare la poesia della vita e la magia dell’amore.
Lasciamo i cent’anni ai “mercanti di stracci”, ai bigotti del potere, ai ladri di diamanti.
Togliamo tutti la divisa e corriamo per la piazza; insegniamo la gioia del volo anche a chi non ha mai avuto ali.
Voliamo alti, sorvoliamo il mare.. il mare che porta via “soggetti misteriosi, buonisti esasperati”.. il mare che ci fa amare, il mare che ci fa sognare.
Scopriremo di “non avere più cent’anni, né più cento dita e tremila rimpianti”.. scopriremo che non avremo più bisogno di morire, nemmeno quando “quelle mani squamose premeranno quel bottone”..
Forse moriremo solo il giorno in cui smetteremo di credere in noi e torneremo a credere ai falsi profeti e all’utopia di quello schermo fluorescente...
L’uomo in fondo muore solo quando non ha più bisogno di pensare e di capire.
L’uomo muore quando si accorge che è più comodo comprare pensieri inscatolati, ideali surgelati, emozioni in offerta speciale ... a quel punto rimpiangerà quei cent’anni, e capirà di non avere mai vissuto neanche un solo minuto.”
Questo è ciò che scrivevo come cappello introduttivo di quest’opera, nell’ormai lontano dicembre 2008, all’epoca della prima pubblicazione.
E l’opera adesso torna a vivere con questa nuova pregevole veste editoriale, che ripercorre le tappe di quel viaggio di allora, aggiungendo anche qualche altra tappa finale, con nuovi versi e anche nuove melodie.
Sono passati ben quindici anni e il viaggio nel frattempo è ricominciato con un motore nuovo e una lunga sosta dentro la vita, avendo lasciato indietro i sacchi di sabbia e quei cent’anni appoggiati a una trave.
Un viaggio che rifugge scatoloni di falsità e nefandezze.
Un viaggio che elude quei mercanti di stracci che salassano pezzi d’anima, manipolando sentimenti e vita.
Un viaggio che attraversa le piazze, dove ci son sempre meno divise e sempre più inutili comparse, per poi virare verso il mare alla ricerca di amene solitudini o di piccole grandi cose ammantate di bellezza e armonia.
Un viaggio che si arricchisce di nuove consapevolezze che spaziano dall’idea che ciò che siamo dentro costruisce ciò che vediamo fuori e che alla fin fine anche chi manipola, mercanteggiando stracci, va forse accettato e ringraziato in quanto maestro nell’arte della pazienza, della perseveranza, dell’accettazione.
E intanto il sole guarda tutto dall’alto, fingendo di non sapere, di non comprendere, di non arrovellarsi più di tanto per la sorte di noi figli persi. Ma provate a immaginare se un bel giorno il sole incrociasse le braccia: si porrebbe fine a qualsiasi viaggio e quei cent’anni e quel minuto collasserebbero in un niente, in un triste e inutile oblio.
E allora ha senso proseguire il viaggio ringraziando soprattutto lui che illumina il sentiero e ci invita a esser migliori, così da perpetuare il suo arco di cielo e il nostro viaggio infinito. Un viaggio che ha la pretesa di essere poesia, musica, ma soprattutto un dolce ristoro per l’anima che si specchia sulla tela della vita.
Borgosesia, settembre 2023
Giovanni Lo Giudice
Giovanni Lo Giudice nasce ad Enna il 24/12/1962 e vive in Piemonte, a Borgosesia, dove svolge l’attività di medico internista ospedaliero.
Da sempre incline alla scrittura, soprattutto umoristica, ama definirsi “scrittore e prescrittore”, dovendo conciliare la sua professione medica con la sua passione creativa.
Ha già all’attivo la pubblicazione di tre romanzi di narrativa: Effetto Jeremy (edito da Ibiskos Ulivieri 2014), Ma che storia è questa (edito da Europa Edizioni, 2017), Il dilemma di Cucuzzedda (edito da L’Erudita 2019), nonché la pubblicazione di tre raccolte di poesie: Qualcuno crede ancora (edizioni Montedit, 2004), Cent’anni e un minuto (edito da Ibiskos Ulivieri 2009), La luna e i lacchè (edito da Ibiskos Ulivieri 2014), Non ammazzate il poeta (edito da Maurizio Vetri Editore, 2022)
Da segnalare la sua vocazione per la scrittura di sceneggiature nonché per la recitazione presso compagnie teatrali locali.
A tal proposito nell’ottobre del 2022 è tra i fondatori del gruppo teatrale biellese “La Compagnia della Borragine”, dove opera sia come autore dei testi che come attore.