COLLANA: POESIA

Autore: Maurizio Donte

Copertina: Studio Maurizio Vetri 

 

Formato: 15x21 cm - brossura - 128 pagine 

Prima edizione: Dicembre 2019

isbn 978-88-99782-58-0

 

Prezzo di copertina: Euro 15,00




Presentazione

 

Questa che rubo al cuore è la poesia:

sorgente dell’amore che mi sia

 eterna luce, un fuoco di cui adorno

le vie su cui cammino. Va, e sospira

di sé soltanto, il tempo andato, e gira

le pagine che furono e ritorno

ad allora cercandovi armonia (Sonetto 1)

 

 

Sono versi rivelatori, questi, della chiara scelta di campo che da subito compie Maurizio Donte per fornire al lettore una netta chiave di lettura del suo poièin; un’operazione di trasparenza e di onestà intellettuale. Siamo infatti di fronte ad una vera e propria dichiarazione d’intenti, una sorta di giuramento di fedeltà a quella stagione, “il tempo andato”, da cui egli trae ispirazione e lena, impulso e guida, linfa e canto. Anche se i versi del Sonetto1 si prestano ad una interpretazione immediata e di superficie, che individua come centrali i temi del rimpianto e della lamentatio per quella “smarrita via / che cerco e non trovo”, uno scandaglio attento ci consegna una verità più profonda: il Nostos riguarda, sì, la smarrita via dell’amore e della luce, ma si riferisce soprattutto a quella ineguagliabile e irripetibile età dell’oro della nostra Letteratura fiorita nel Trecento; stagione che affascina oltre ogni dire e che ancora rifulge nei versi degli Stilnovisti e di Dante; ma soprattutto nei versi abbacinanti del suo amato Petrarca. E alle evocate “pagine che furono”, a quelle atmosfere, a quel tempo egli volge il cuore e la mente; e lì, fiduciosamente, progetta il suo ritorno, “cercandovi armonia”.

Peraltro è ben consapevole, il poeta, del rischio cui si espone operando questa scelta, come amaramente egli rimarca nella Canzone Frottola 22, dove, fin dai versi iniziali, egli denuncia l’ostilità e il sarcasmo di cui è vittima per avere intrapreso, in poesia, un percorso che agli “addetti ai lavori” appare fuori dal tempo e dalla storia, un’opzione considerata incomprensibile e bizzarra: “È così strano il Donte, / da non sapere nulla di poesia, / neppure cosa sia”. E ancora: “dilaga il deserto / intorno, di concerto / allo stupor per quanto scrivo”. Di fronte a siffatte reazioni egli prende atto dello scetticismo che lo circonda; vacillano le sue certezze, affiora il dubbio circa la giustezza della strada imboccata: “è una via aspra, che solitaria ed insicura si va facendo dura” (ibid. - versi che riecheggiano il trentacinquesimo Sonetto del Canzoniere del Petrarca, il malinconico e superbo ‘Solo et pensoso’: “Ma pur sí aspre vie né sí selvagge”). Si acuisce perciò il suo conflitto interiore, perché: “non gli porta / la musa alcuna sorta / di bene. Erto lo conduce al monte, /…// e il dolor cova fino dalla fonte” (ibid.) ...

...Una scelta audace e coraggiosa, quella di Maurizio Donte. La rivisitazione di quella stagione poetica irripetibile e unica. Un’operazione di originale e visionaria forza evocativa, che idealmente getta un ponte con un passato e con quegli spiriti nel cui pensiero e nei cui versi la vera Poesia ancora splende luminosa.

tratto dalla prefazione di Umberto Vicaretti










L'autore


Maurizio Donte

, nato a Imperia, il 29 dicembre del 1962, diplomato perito chimico e tecnico di laboratorio biomedico. Sposato e padre, vive a Pornassio, paese dell’entroterra albenganese, da alcuni anni.

Si dedica da sempre alla scrittura in poesia e in prosa, romanzi, racconti, articoli e commenti.

È collaboratore del professor Nazario Pardini sul blog letterario “Alla volta di Leucade”, ed è dal 2016 direttore artistico del concorso Internazionale di Poesia, Parasio città di Imperia. È autore del romanzo di storia alternativa “De Bello Parthico”, di alcuni poemi epici, tra cui l’edito “Cu Chulainn, il mito del Mastino di Cullan”, vincitore nel 2016 della sezione libro edito di poesia del Concorso Jack Kerouac di Morano Calabro, di numerose sillogi poetiche, tutte premiate ai concorsi, come “Sonetti e madrigali d’amor e guerra”, premio della Giuria 2014 al concorso Voci, città di Abano Terme, “Nell’incanto” per EEE, silloge sedici volte premiata, del recital tratto dal poema “I nuovi Canti di Erin” sulle musiche del M° Piero Rovida.

È stato più volte recensito con onore dai maggiori critici letterari italiani ed è comparso in numerosi articoli, interviste e commenti su La Stampa e il Secolo XIX, nonché sui quotidiani on-line e TV private. Ha vinto, tra gli altri concorsi letterari, la seconda edizione del premio Tracceperlameta a Recanati, dedicata al Leopardi, con la lirica “Pensando a Silvia” e, di seguito, la XII (2016) e la XIII (2017) edizione del concorso Nazionale Universo Donna di Tito, PZ, imponendosi quest’anno, alla vigilia della pubblicazione del presente primo volume del Canzoniere, nella sezione “Amore secondo i modi di Francesco Petrarca “ col sonetto Valchiusa.